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Quali sono nell'attività fisica i tre processi energetici per la produzione di energia a seconda della tipologia di sforzo. 

processi energetici

Per sostenere una qualsiasi forma di attività fisica, il metabolismo deve produrre l'energia necessaria. In base all'intensità e alla durata dello sforzo, è possibile individuare tre tipi di processi energetici. 1. Anaerobico-alattacido: utilizzato nel caso di sforzi molto brevi e intensi, come i lanci dell'atleta, che si avvalgono dell'ATP-CP (Adenosin Trifosfato-Creatin Fosfato) presente nei muscoli come fonte energetica. Tale processo di sviluppo dell'energia è detto anaerobico...

 

... in quanto indipendente dall'ossigeno e alattacido in quanto troppo breve per portare all'accumulo di acido lattico.

2. Anaerobico-lattacido: utilizzato negli sforzi intensi protratti per più di 6 secondi circa, come i 200 m. Terminata la scorta di ATP-CP, inizia la sua resintesi. In una situazione di carenza di ossigeno, si accumula un prodotto del catabolismo energetico muscolare detto acido lattico. L'aumento dei livelli di lattato porta rapidamente all'accumulo di fatica muscolare e all'impossibilità di protrarre lo sforzo. L'allenamento della capacità lattacida serve proprio ad accrescere la tolleranza a questo tipo di impegno fisico.

3. Aerobico: utilizzato nell'attività fisica a bassa intensità come il jogging. L'ossigeno è incamerato dall'organismo in quantità sufficiente rispetto alle richieste. Il poco lattato prodotto viene rapidamente ossidato e quindi non si accumula. L'acido lattico non deve essere considerato esclusivamente un "prodotto di rifiuto" del metabolismo, ma una scorta di energia che può essere utilizzata in attività fisiche di intensità modesta.

 

I tre processi energetici non intervengono sequenzialmente ma lavorano in parallelo, pur contribuendo in proporzione diversa in base all'intensità e alla durata dello sforzo. Le capacità individuali e il livello di condizione sono determinati per stabilire quale sia il meccanismo prevalente. Infatti un impiego fisico può risultare aerobico per soggetti allenati e anaerobico per quelli meno in forma.

Il lavoro orientato all'accrescimento di sforzo e potenza tende a essere breve e intenso, quindi anaerobico, a causa dell'impiego di carichi considerevoli. Nel caso dell'allenamento con i pesi, se si eseguono solo 2 o 3 ripetizioni per serie, allora lo sforzo è alattacido. Se invece si eseguono serie composte da 5-6 ripetizioni o più, sempre impiegando carichi elevati, si accumula acido lattico. Pur rispettando la progressione dell'allenamento, che prevede un periodo iniziali con carichi non alti e serie relativamente lunghe, le maratone in palestra, effettuate sollevando carichi leggeri per molte ripetizioni, hanno poco senso all'interno di un programma di allenamento per la forza.

Per quanto riguarda invece l'allenamento degli sport di lunga durata, come il triathlon o lo sci di fondo, piuttosto che eseguire serie lunghe con carichi leggeri è meglio effettuare il lavoro di resistenza sul campo, in piscina o in pista. Eseguire molte ripetizioni con un carico leggero serve soprattutto ad accrescere la resistenza specifica nell'esecuzione di un esercizio: tale forma di resistenza non è trasferibile direttamente alla corsa o ad altri gesti atletici complessi, se non minimamente, per via del principio della specificità. Agli esercizi tipici del potenziamento o del sollevamento pesi è preferibile lasciare il compito di allenare forza e potenza. Queste qualità hanno un valore importante anche negli sport aerobici, ma devono essere comunque allenate con carichi progressivamente più alti e volume modesto.
 
tratto da "Preparazione Atletica" di Davide Barbieri