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Dall’atleta che corre scalzo all’onorevole Bitonci, dal principe Govi al cane Stella: i tanti personaggi di questa decima edizione. Al via anche l’uomo delle 51 gare in 51 giorni e cinque sacerdoti, tra cui don Spritz. 

Ogni corsa si porta dietro le storie dei tanti piccoli e grandi campioni che affollano le sue strade. E’ così anche per questa decima edizione della Maratona S.Antonio che richiamerà al via 3.960 atleti tra i 42,195 chilometri che da Vedelago conducono a Padova e i 21,097 che portano da Camposampiero a Prato della Valle. Domenica non ci sarà solo il confronto di cartello tra i keniani Rono, Chebet e Noah e tra Deborah Toniolo e Ivana Iozzia.

 

Ci saranno anche le sfide di tutti quegli uomini e quelle donne che più raramente si conquistano le copertine dei giornali ma che, con le loro vicende, rendono «viva» questa disciplina. Eccone alcune.


C’E’ ANCHE DON SPRITZ

Sotto la tonaca indossano le scarpe da ginnastica. In gara quest’anno ci saranno infatti anche cinque parroci e un frate. Tre sono vecchie conoscenze della corsa, i padovani don Paolo Formenton, della parrocchia Buon Pastore di via Tiziano Minio, don Danilo Miotto, sacerdote a Rubano e don Massimo De Franceschi, della parrocchia del Cristo Risorto, in via Cardan, che ha debutto l’anno scorso. Da Milano arriva don Giorgio Favero, mentre da Urbino si presenterà frate Claudio Pantaleo. Tra tutti, il parroco più noto è probabilmente don Marco Pozza, il giovane sacerdote vicentino che ha innovato il modo di predicare il vangelo guadagnando l’attenzione dei media nazionali. Per lui, attualmente a Roma per studiare teologia, questo sarà un debutto.


MASSIMO BITONCI CORRE IN MODO… ONOREVOLE

E’ uno dei volti nuovi della politica italiana. Non è invece un volto nuovo per Assindustria Sport, società per la quale è tesserato da cinque stagioni. Massimo Bitonci, primo cittadino del comune di Cittadella (Padova), eletto in parlamento nelle file della Lega, correrà la mezza maratona Camposampiero-Padova. Questa non è però il suo esordio assoluto in una gara: ha già partecipato alla maratona di New York, prendendo parte anche a molte corse su strada amatoriali. Ha un primato personale di 3 ore e 50’.


IL PRINCIPE WILLIAM GOVI

Nell’ambiente è noto con il soprannome “il principe dei maratoneti”. Fa il disegnatore meccanico, ma preferisce definirsi marathon runner. William Govi il 22 dicembre 2002 ha festeggiato la sua 500^ maratona organizzandone una davanti alla sua casa di Albinea (Reggio Emilia), da poco ha invece tagliato il traguardo delle 700 maratone in carriera. Ha disputato la sua prima corsa il 3 settembre 1978. Da quel giorno, non si è più fermato.


QUANDO SI CORRE IN DUE

La maratona si può correre anche in due. E’ quello che faranno Gianni Cazzola e sua madre Celestina. Gianni, 35 anni, di Montebelluna (Treviso) correrà la sua maratona spingendo la carrozzina della madre disabile. Farà lo stesso anche il cremonese Giovanni Ferrari, spingendo la carrozzina di Roberta Capannini, disabile motoria.


GOOD MORNING, VIETNAM

E’ una Maratona sempre più internazionale: in totale saranno al via atleti da 27 paesi e da quattro continenti. Si segnala la presenza anche di sei atleti del Vietnam.


FRANCESCO ARONE COME ABEBE BIKILA

Era il 1960: Abebe Bikila stupì il mondo vincendo la maratona delle Olimpiadi di Roma a piedi scalzi. Quasi mezzo secolo dopo ha trovato un suo emulo: è il trentaduenne piemontese Francesco Arone, che correrà la decima edizione della Maratona S.Antonio a piedi nudi. «Volevo fare qualcosa di diverso dagli altri – risponde a chi gli chiede perché non usi le scarpe – e oggi non sarei nemmeno più in grado di indossarle. Bikila? Giuro che non sapevo chi fosse. Ho capito solo più tardi perché gli altri mi chiamavano così».


FLAVIO MIOZZO, CICLISMO FA RIMA CON PODISMO

Flavio Miozzo, padovano di Curtarolo, abitualmente si occupa di ciclismo, come direttore tecnico della Tenax-Menikini. Coltiva però anche un’altra passione: quella per il podismo. Ha debuttato in una maratona nel 2007, proprio nella Vedelago-Padova. Stavolta si cimenterà nella mezza.


ENZO CAPORASO, 51 MARATONE IN 51 GIORNI

La sua è una sfida continua. Si chiama Enzo Caporaso, è nato 50 anni fa a Torino e, giusto un anno fa, ha portato a termine la sua impresa, quella di correre 51 maratone in 51 giorni, finendo nel libro dei Guinness World Records, dopo aver detronizzato l’«uomo più in forma del mondo», l’americano Dean Karnazes, che ne ha corse «solo» 50. «E’ passato un anno ma volevo festeggiare degnamente la ricorrenza, partecipando alla Maratona del mio Santo preferito», spiega.


IL PIU’ VECCHIO, IL PIU’ GIOVANE

A Padova ha già gareggiato più volte e anche domenica non vuole mancare. E’ Lino Tadei, aostano di Sarre, nato il 9 luglio del 1921, con i suoi 88 anni il più anziano tra gli atleti al via. In campo femminile, la palma spetta alla trevigiana di Montebelluna Celestina Coppe, che festeggia il suo compleanno quasi in contemporanea con la Maratona: è nata il 25 aprile 1936. La più giovane è la vicentina Elettra Bilibio, nata il 16 luglio 1990 mentre, nel settore maschile, c’è il padovano Alberto Rossetto (nato il 18 febbraio 1991).


UNA STELLA A QUATTRO ZAMPE

In gara ci sarà pure Stella, bastardina nata nel 2003, al via assieme al suo padrone Leonardo Candian, di Vigonovo (Venezia). «L’ho prelevata al centro del cane abbandonato e subito ho visto che non stava mai ferma – dice – quando corriamo assieme, l’impressione che diamo è che sia lei a tirare me». Ha esordito a Padova nella scorsa edizione e, evidentemente, si è subito trovata bene.


EDOARDO GASPAROTTO E LA CITTA’ DELLA SPERANZA

La sua lettera, spedita a www.podisti.net, ha commosso tutti. Edoardo Gasparotto, medico vicentino, ha corso per la prima volta a Padova nel 2001, in compagnia di un amico-collega malato di tumore. «Qualche anno dopo la strana e perfida giostra della vita decise di dare alla mia una traiettoria incomprensibile e innaturale e a Padova tornai nei mesi che unirono l’estate del 2005 a quella dell’anno dopo per il più orribile dei motivi: curare il mio piccolo Alberto di 4 anni colpito da una di quelle malattie che mettono terrore anche senza pronunciarne il nome, la leucemia» ha scritto. Oggi ricorda che «tra i partner della Maratona S.Antonio c’è anche “La città della speranza”, fondazione onlus che dal 1996 si occupa di raccogliere fondi da utilizzare per la ricerca sulle neoplasie infantili e per dare il massimo aiuto possibile a coloro che si trovano loro malgrado ad essere inghiottiti in una simile terribile dimensione; se qualcuno lo ritiene sensato dia il proprio piccolo contributo, sarebbe un gesto straordinario».