Quale allenamento è giusto svolgere il giorno seguente la gara? Normalmente si esegue una corsa lenta rigenerante per favorire il recupero generale dalle fatiche sostenute. Sono varie le ideologie di pensiero considerando che anche l’aspetto mentale gioca un ruolo fondamentale. Il corridore che è completamente scarico a livello nervoso il giorno seguente la gara, ha necessità di compiere una seduta di corsa molto lenta senza controllare il cronometro né tantomeno le frequenze.
Il corridore che invece si carica a livello emozionale, tende il giorno seguente la gara a voler verificare la prestazione del giorno prima finendo con il forzare il ritmo soprattutto sul finire della seduta.
Questo accade sia se la gara è andata male, perché vuol convincersi che è stata solamente una giornata no; sia se la gara è andata bene per verificare che si è trattato di un miglioramento reale e non il frutto di una giornata in cui tutto è andato per il verso giusto. È necessario mantenere la serenità e compiere un allenamento che favorisce il normale recupero organico.
La seduta “del giorno dopo” deve aiutare l’atleta a riportare il corpo nelle sue condizioni di normalità.
ALCUNE PROPOSTE: CORSA + ALLUNGHI
Corsa lenta 40’-1h + allunghi molto leggeri
Ad esempio:
- 8x60 metri
- 6x80 metri
- 5x100 metri
Bisogna compiere fra gli allunghi un recupero ampio per assecondare un corretto ripristino muscolare. Può essere preso in considerazione come spazio di recupero la distanza dell’allungo recuperata di passo molto lento per almeno un minuto.
CORSA CON VARIAZIONI
Si tratta di compiere delle leggere variazioni di ritmo in corsa, ad esempio:
- 6x30” recupero 2’30”
- 8x20” recupero 2’40”
- 10x15” recupero 1’45”
Vedete che sono blocchi di 3 o 2’ per una maggiore praticità d’esecuzione.
Le variazioni devono essere molto dolci ed intese solo come stimolo per richiamare le fibre veloci, ma senza affaticarle. Va visto come un allenamento di recupero pieno e non come una seduta che induce a sollecitare i meccanismi relativi al carico. Questi leggeri cambi d’intensità sono consigliabili da mettere sul finire della seduta proprio perché riprendono lo schema attuato con gli allunghi. Potremmo sostenere che sono degli allunghi in corsa senza effettuare soste.
Conosco atleti che il giorno seguente la gara eseguono degli scatti molto brevi con buona intensità durante la seduta ed altri che mettono un vero e proprio allenamento di variazioni su questo stile:
- 10x1’ recupero 1’
Adoperano questo sistema anche il giorno seguente gare molto impegnative che prevedevano pure tratti in discesa perché ritengono che favorisca la rimozione delle scorie post gara. Secondo me c’è da fare attenzione a svolgere variazioni di una certa lunghezza e ad andatura elevata perché si va a sollecitare una muscolatura stanca.
Le fibre muscolari vanno rispettate e c’è da assecondare la sua nuova formazione, questo è un fine dal quale non si può prescindere.
CORSA PROGRESSIVA
Può essere proposta anche della corsa progressiva in forma morbida.
Ad esempio:
- corsa 45’ con l’ultimo km in lieve progressione di ritmo
- corsa 50’ con gli ultimi 10’ al ritmo della corsa media
- corsa 1h con gli ultimi 3 km scalando dal ritmo del rigenerante di 15” al km.
Esempio: chi corre il rigenerante a 4’45”, il terzultimo km lo correrà a 4’30”, il penultimo a 4’15” e l’ultimo km a 4’.
DOPO PERCORSI IMPEGNATIVI
Nel caso si sia corso su terreni che abbiano richiesto un lavoro molto alto anche a livello di struttura ossea, bisogna evitare di andare a sforzare l’apparato articolare per non rischiare di andare incontro ad infortuni. Per questo motivo, oltre che evitare percorsi impegnativi c’è assolutamente da non richiedere all’organismo uno sforzo di natura intensiva.
CONTINUARE IL CARICO
In alcuni casi si può continuare con la fase di carico il giorno successivo alla gara per costruire una sorta di blocco allenante. Questa combinazione la possono usare solamente gli atleti evoluti in quanto abituati a supportare dei gradienti superiori di carico.
Unire 2-3 giorni di carico è utile solo in caso di preparazioni altamente specifiche come ad esempio quando l’atleta ha in programma una gara a tappe.
Non ci confondiamo sui giorni consecutivi di carico e voglio dire che se un carico è spalmato in due giorni va bene anche per atleti non evoluti, ma se il giorno dopo uno sforzo massimale si va a richiedere ancora una sollecitazione di tutto l’apparato, bisogna che la preparazione svolta fino a lì supporti e dia concrete risposte al carico proposto.
ALTRE FORME DI RECUPERO
Tornando al giorno dopo la gara usato per favorire il corretto recupero, ci si può avvalere di altri mezzi paralleli alla corsa vera e propria. Mi riferisco all’esecuzione di stretching, ma non usandolo come parte integrante della seduta, piuttosto come fase protagonista della sessione d’allenamento.
Altra pratica è quella di fare dei massaggi, ovviamente senza che diventino troppo invasivi, poiché la muscolatura non essendo ancora a posto può non accettare una pratica troppo energica.
L’esecuzione d’idromassaggi è un’altra pratica che può contribuire al deflusso delle scorie in maniera dolce.
LA FATICA DEL SECONDO GIORNO
Un altro aspetto da tenere in considerazione è che spesso la gara presenta il conto, usando un modo di dire corrente, il martedì (se si è svolta la gara la domenica).
Questo vuol dire che può capitare di sentire delle gambe buone il giorno dopo la gara, magari un po’ affaticate, ma libere e brillanti. Dopo una gara andata bene, il morale è alto e se le gambe vanno a braccetto con la testa il pericolo di farsi prendere la mano è concreto con il rischio di affaticarsi senza che ve ne sia motivo. Questo porta di conseguenza a tempi di recupero più lunghi rispetto a quelli che potrebbero in realtà essere. C’è da usare sempre la testa ed evitare, anche se si sta bene, di forzare il ritmo il giorno seguente la gara.
RILEGGERE LA GARA
Il giorno dopo la gara è utile fare un’analisi a freddo sulla prestazione conseguita e di riflesso le opportune valutazioni. È bene approfondire la condotta di gara che si è tenuta e le sensazioni che si sono succedute nel corso della competizione.
Con il passare dei giorni si vanno a perdere le percezioni originarie e ciò che è in memoria a livello superficiale tende ad essere rimosso, quindi bisogna “tenere” quello che può essere utile.
Le sensazioni di fatica non c’interessano, quelle devono essere metabolizzate e lasciate fuggir via altrimenti potranno rimanere in forma di rigetto alla fatica. Quello che c’interessa sono invece gli atteggiamenti che in automatico vengono attivati in gara. Rivisitandola in modo attento, si può andare a rivedere e correggere in ottica futura le decisioni sbagliate che si vengono ad avere in gara nei momenti di difficoltà.
Il corridore maturo non deve mai perdere la lucidità, ma saper gestire la gara anche nei momenti critici.
Cominciando a riconoscere i segnali sarà sempre più semplice attivare dei meccanismi di difesa e superare in tempi più brevi le crisi attraverso una corretta gestione della situazione di pericolo. Ripensando alla gara, rivivendola, ricorrendola mentalmente chilometro dopo chilometro si andrà a capire cosa è andato e cosa no. Soprattutto per chi è attento ad esprimere in gara tutto il proprio valore è fondamentale fare un’analisi di questo tipo, gli permetterà di limitare sempre più gli errori che vanno ad appesantire il tempo finale della competizione.
La concentrazione in gara è basilare per non sprecare energie e per non avere momenti a vuoto dove i secondi persi non si andranno più a recuperare.
L’analisi del giorno dopo (per i più meticolosi può essere fatta anche scritta), accrescerà la conoscenza di se stessi ed il proprio valore futuro.
Facendo quest’analisi insieme al proprio tecnico, ci sarà uno scambio di pareri che sarà formativo per entrambi e servirà eventualmente per modificare l’allenamento futuro se al termine del confronto se ne riterrà il caso.
“The day after” non dev’essere visto solo come un giorno di passaggio, ma dovrà essere sfruttato in pieno come se quel giorno fosse in programma un allenamento di carico.
Ogni giorno d’allenamento è utile; il buon corridore lo sa bene, non ne spreca nemmeno uno.
Fonte: Podismo e Atletica - Massimo Santucci