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Serie Racconti: Vi proponiamo un simpaticissimo racconto di Simone molto "romanzato" della serata pre Montefortiana con gli amici di Bussolengo. 

…Credeva bastassero due scagnozzi ed un piano non molto ben architettato perché il gruppo abboccasse, cadesse nella poco fitta trama del retino da cavedani. I fatti si svolsero in questo modo: La mente, se così lo possiam definire, l'avulso claudicante, meglio conosciuto come "il Padrino" (per vocazione, per somigliante voce e similitudine di mansioni) delega a    tale Gibot, il braccio, noto malvivente della zona già sotto i riflettori dei vigili del comune per scaramucce, la gestione dell'operazione.

Lo stesso si avvale immediatamente di un suo tirapiedi, un'instabile della zona, Ago (poi anch'egli beffato), che per un pò di notorietà e due once d'Epo farebbe cartelle false.              

Gibot, il braccio (in codice, del comando vigili, sopranominato "acqua azzurra acqua chiara"), gli delega un lavoretto: far da galoppino per una partita di porcini e finferli provenienti dall'estero; nella deposizione, quest'ultimo, Ago, ne dichiarerà l'origine: "Austria"con un vago accento carnico (generato forse non da sua provenienza furlana ma dalle iniezioni di carnitina che sostiene per potenziare il fisico). 

Il fervido galoppino, non pesa il rischio ma solo i funghi; e li fa avere alla moglie del Gibot anch'essa della tresca, che con maestria ed una sporta d'aglio li cucina e li serve con tanto di sorriso e prezzemolo. Nessuno degli allocchi presenti s'accorge dell'imbroglio, nemmeno il dottore perché presente solo con la carcassa avendo il software sotto spirito e la schiena ben infisherata al muro.

Tutti insomma credono di esser al convivio per amicizia per stima e per accordarsi sulla prossima itinerante competizione.Tranne il Balottain che di strada con le sue gambe ne ha fatta e con fare sorgnone da ottuagenario giocatore di canasta (sembra sempre dire: "eh, a mi no me ciavè mia"), si avvicina al concetto e sale sul treno dei malvagi. Infatti anch'egli non risultò tra gli intossicati, perché non assaggiò nemmeno una sforchettata delle alterate leccornie.  Lui, compresa la situazione, come riporta il verbale "salì sul carroccio dei lestofanti".

Iniziò quindi, con teatrali movenze, la leggiadra farsa, per assecondare il trio lescano. Fu a quel punto, dopo circa una damigiana di Lugana, che il capo dei capi, la vecchia canaglia, il famigerato Padrino, vedendo il gruppo stordito dalle muffe allucinogene lanciò la sfida: "avanguardie contro retroguardie, giovani contro vecchi, freschi contro stagionati". Ai giovani steronici, in preda alla garganega e sotto indotto effetto fungino falloide, non parve vero; sembrava una sfida già vinta. Un giuoco da ragazzi, per l'appunto. Un tale, ma i fatti non confermano il parlante,  un certo Wualterino, avrebbe detto con fare barcollante parole in un idioma locale: "l'e come darghe a uno che caga". I poveretti non potevano conoscere la quarantena che spettava loro e scommisero tutti i propri averi, qualcuno anche le mutande (con gioia del Balottain).

I facenti parte dei giovanì: Cartom l'ignaro, ma a suo dire furbo quasi come un volpone, Wualterino con perspicacia da renga e sangue a novanta ottani, l'Ago (il beffato), e un altro, un pischerlo non ben qualificato. La sfida: somma dei tempi più bassi alla Montefortiana (notissima manifestazione podistica...te credo ghè anca el minestron co le codeghe). 

Il pentito: Dario detto Gepetto, assoldato dalla Fatina Gionanna, collusa anch'essa con "la sordida Mente". Note: la Fatina più volte redarguiva "la canaglia" per disegno divino, ergo diceva con voce propria: "lasseli star, jè dei buteleti" inducendo questi ultimi, per sfida, a contrattaccare e meglio cadere nel "Bartajel": rete per storlini. Epilogo: i truffati in ultima istanza, poco dopo l'allontanamento dal luogo del misfatto furono fermati da una volante, allertata dal clan, che dopo averli sottoposti a controllo antidoping con palloncino di cuoio, per voce del brigadiere Brighella in coro  con l'appuntato Barbagianni dicevano: "siete proprio rimcoglioniti aah!! La avete piìata in tuù......ecco".

Il resto è storia dei giorni nostri o meglio, stiamo a vedere se la sbornia passerà, dopo le terapie intensive (che gentilmente la "nomina alcolisti" ha offerto),  e i nostri imbambiti podisti onesti eroi ce la faranno. Alla faccia della canaglia, ora agli arresti domiciliari per indagini in corso dopo la denuncia di tale Pierò, presente alla serata, costretto al patto di sangue con la casta ma con l'animo da "fresco" e quindi redento. 

Morale:si Spera che la storia possa servire a debellare per sempre le mafie all'interno dei gruppi podistici. Le 'ndranghete che istigano alla violenza e somministrano sostanze  (quasi sempre "vin" a volte bianco a volte rosso) di dubbia provenienza (a volte valpolicella a volte custoza)a malaugurati neofiti pronti a tutto per surclassare languidi esperti dalla dedalica psiche.

Tü bè, continua...   Dedicato al padrone e alla padrona di casa, nonché a tutti i presenti del gruppo di Bussolengo che mi hanno ospitato ad una splendita serata.

 

Grazie Simone Cartom Crema.