Racconti ed esperienze di gara
I sorrisi numerati alla Sei Ville
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- Scritto da Simone Cartom Crema
19.04.09 - 3° appuntamento Cronotrail, 37ª Sei Ville, percorso 12 Km.
L'Onda dei podisti oramai è partita. Il mare non era molto mosso, anzi, forse rischiava d'addormentarsi. Era quieto, molti dicevano, e sentire una brezza anche dall'altra parte di Verona, la Est, dove non si era mai promozionata la nuova iniziativa ha dato agli organizzatori e a quanti vi hanno partecipato, una certezza. La certezza che questa "cosa" esiste, ha un seguito, ha un proprio zoccolo duro. Per altro, come è già stato anticipato in occasione delle premiazioni di fine gara...
Add a comment37ª Sei Ville 2009, che bella...
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- Scritto da Sergio Garagna
domenica 19 aprile 2009 - 37a SEI VILLE - 21 km. Non ho dubbi, stamattina ho corso sul più bel percorso della provincia di Verona.
Come da recente abitudine ho avuto la sfrontatezza di avventurarmi sul lungo di 21 km. Solo la minoranza dei corridori affronta i percorsi extra-large. Mi piace sentirmi parte di un'avanguardia di runners che interpretano la corsa come una filosofia di vita. Due ore o più di corsa non si possono improvvisare. Oltre alla costanza negli allenamenti servono semplici e ragionevoli regole. Anche saper ascoltare il proprio corpo è fondamentale...
Add a commentParigi 5 Aprile 2009 La mia prima maratona
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- Scritto da Saverio Guidani
Un grazie a RUNNERMAN; per gli allenamenti, infatti, ho utilizzato la tabella "in preparazione della maratona di Firenze" pubblicata sul sito. Per il mio real time di 3'01'00 è stata fondamentale!!!!!
Se a Luglio 2008 qualcuno mi avesse detto che ad Aprile avrei fatto una maratona, avrebbe preso del matto!! Erano due anni che, dopo una "vita" passata nel calcio a livello dilettantistico, il mio massimo impegno fisico era "spingere il rasaerba"! ...a dire la verità mi ero parecchio impigrito, poi un ex compagno di squadra, che da qualche tempo praticava podismo, dopo varie insistenze, è riuscito a trascinarmi con lui...grazie Marco!!!
Add a commentPiumati Red Level Team alla mezza del Tamburino Sardo
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- Scritto da Michele Marconi
Io sono più adrenalinico del gruppo e il fatto di fare una gara competitiva mi stimola. Non sono lungimirante come loro e la considero una corsa fine a se stessa. Ci penso tutta la settimana. Non voglio battere nessuno, sia chiaro, ma è una gara con me stesso.
Come stabilito dal programma consegnatoci dal nostro capitano Papo Bendinelli qualche mese fa e in occasione della presenza, per le vacanze di PASQUA, del suo vice Stefano Ponte, ci siamo iscritti alla mezza di Villafranca. Non siamo ancora al completo, manca il quarto moschettiere Matteo ancora alle prese con un inverno terribile per via di bacilli e batteri. Speriamo che col caldo riporti la sua spada, anzi le sue piume, di fianco alle nostre per ricompattare il quartetto piumato.
Add a commentLa gara è finita...
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- Scritto da Elisabetta Iurilli
Mi accorgo che una gara è veramente finita solo al mio ritorno a casa...
Quasi sempre è sera, infatti, l'occasione dell'evento sportivo è spesso anche motivo di baldoria con gli amici. Parto presto, il più delle volte sola con mio marito e finiamo sempre in lite perché io sono agitata, lui non pigia abbastanza sull'acceleratore e si tarda, non troviamo il posto della partenza o il parcheggio. Poi quando finalmente tutto è a posto mi assale la paura e vorrei tornare a casa e mio marito, che sarebbe certamente più volentieri ancora a dormire...
Add a commentTamburino Sardo... la mia prima gara competitiva
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- Scritto da Sergio Garagna
Conosco a menadito le strade dove si corre la maratonina del Tamburino Sardo... ho più di un motivo per correre oggi la mia prima gara con il pettorale.
A Villafranca sono confinato per lavoro e nelle calde giornate di sole mi capita di passare la pausa pranzo sulla collinetta del Tamburino. Amo guardare la pianura sconfinata e, appena volgo lo sguardo verso nord, le mie amate montagne. Ogni volta riconosco per prima la cima del Corno d'Aquilio. La immagino come me, un po' solitaria, qualche volta silenziosa ed introversa, forse per necessità più che per scelta.
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