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Introduzione di Gilberto Costa.
Fine inverno, inizio primavera, le stagioni ideali per correre la maratona.
 


Da nord a sud, da est ad ovest, si susseguono le gare. Chi per la prima volta, chi alla sua …esima, tutti con l’immutato desiderio di compiere “l’impresa”, perché di questo si tratta. Fatica, sforzo fisico e mentale, capacità di sopportare la sofferenza, la sensazione di sentirsi “svuotati”, e ancora grinta “rabbia”, determinazione. Felicità , consapevolezza e sollievo per aver tagliato il traguardo. Una maratona è un mix incredibile di tutti questi ingredienti.


Racconti, “tormenti”, esperienze, sognate e vissute. Il prossimo 22 marzo si correrà la 15° edizione della maratona della città di Roma ecco come si appresta a viverla…

Il prossimo 22 marzo si correrà la 15° edizione della maratona della città di Roma ecco come si appresta a viverla…
Di Elisabetta Iurilli.

 

Maratona di Roma

Preparare una maratona non è semplice. Non si improvvisa. Non basta il ritmo degli allenamenti che seguivo fin'ora, né credere che, tanto, una volta lì, corri per forza. La maratona bisogna prepararla oltre che con le gambe, con la testa e con il cuore. Ho chiesto aiuto al mio amico Giovanni, grazie a lui ho iniziato a correre. Mi ha mandato una tabella via mail. Sono previsti lunghi, ripetute e corse a ritmo di gara. Durata del programma: tre mesi. Tre mesi per abituare le mie gambe a seguire la mia mente e farmi andare il più veloce possibile. Tre mesi per abituare la mia testa a non cercare scappatoie, quanto al cuore… la sua prova più grande l'ha già data e ora la racconto.


La prova del cuore

E' quasi un mese e mezzo che provo a seguire la tabella d'allenamento. Fino adesso la corsa era semplicemente un momento di svago, un attimo di piacere tutto per me stessa, senza alcun obiettivo né fine pratico. Poi ho parlato con chi la maratona l'aveva già corsa. Alcuni fanno lunghi allenamenti in gruppo, altri seguono meticolosamente tabelle e schemi c'è chi si fa seguire da un personal trainer. Tanti podisti però non l'hanno mai corsa. E' come se fosse un muro: o ti ci fermi davanti o ti ingegni a scavalcarlo.

Io quel muro voglio superarlo, voglio vedere quello che c'è di là. Mi sono posta un obiettivo: Roma 2009.

La gara è a fine marzo, il 22, prima di Natale ero già iscritta e iniziavo ad allenarmi. Le prime uscite sono state abbastanza semplici e ciò mi permetteva di pensare più serenamente alle splendide giornate capitoline che avrei passato con mio marito. Poi forse ci avrebbe seguito qualche amico, e qualche altro lo avremmo trovato là.

Avevo iniziato anche a mettermi a dieta stretta con tanta buona volontà, perché con quattro chili in meno sul sedere di sicuro avrei fatto meno fatica.
Il tempo meteorologico è stato il primo a mettermi i bastoni tra le ruote. Non passa sabato che non nevichi. La domenica la strada è del tutto impraticabile. Bisogna allenarsi altrove. Per le ripetute va bene anche la palestra, anche se quando vai forte sul tappeto fai rumore e tutti si girano a guardarti, ma per i lunghi c'è bisogno della riviera. E così la domenica ci si alza presto in due, perché il marito da sola non mi molla, e con la macchina carica di neve prendiamo l'autostrada alla volta di Arenzano, dove la coltre bianca non esiste, ma dove ho imparato a conoscere il vento freddo sempre contrario al mio senso di marcia.

La domanda di ferie era già scritta a computer. Quando gestisci una tabaccheria non puoi chiudere quando vuoi, devi chiedere un sacco di permessi e bisogna muoversi per tempo. Eppure non mi decidevo a stamparla ed inviarla a chi di dovere. E' un brutto momento per l'economia in generale, e anche noi nel nostro piccolo ne risentiamo un po'.

Ho iniziato a cedere con la dieta, al diavolo, la focaccia e qualche cioccolatino possono comunque far bene all'umore. Basta che resista con gli allenamenti. Che diventano sempre più lunghi. E duri. E bisogna organizzarsi in modo da poterli fare, perché se sei una donna a te chiedono sempre di più: non puoi mancare a una camicia stirata alla perfezione, a condividere i patimenti della figlia perennemente sotto esame all'università, ad organizzare un pranzo della domenica degno di tanto nome magari con 30 km nelle gambe dopo aver fatto le ore piccole il sabato sera con gli amici…

Mi sono decisa a parlarne con mio marito. -Roma è lontana vero?-
-Vai tu, io ti aspetto a casa questa volta-

Correre 42 km e non avere Beppe che mi prende in giro all'arrivo. No, piuttosto rimango a casa, ci sarà qualche altra maratona più vicina per quella data.
E continuo ad allenarmi. Seguo la tabella con Roma nel cuore. La carezzo come un bel desiderio, irrealizzabile come una parure di Cartiè, ma bello.
Parto, anzi partiamo anche domenica all'alba.

A Masone è prevista neve, la strada è ghiacciata, ad Arenzano fa freddo, c'è un vento che penetra gelato nelle ossa e rallenta l'andatura. Mio marito mi saluta. Se ne va a guardare la merce esposta nei supermercati e a comprare cavolate. Gli piacciono le grandi catene calde e accoglienti dove tutto ti sorride. A me no, per questo lui ci si rifugia la domenica quando io corro. Oggi lo seguirei volentieri. Per cosa corro? Per rincorrere sogni impossibili? E perché ho sognato in grande? Non potevo accontentarmi di una maratona più vicina da preparare magari d'estate, non con tutto questo freddo… ecco non potevo iniziare da Marengo? Sono stanca, stanca da piangere, forse è questo che non va.

Così inizia il mio lungo domenicale, con il freddo nelle ossa a fare a pugni col calore della rabbia dentro di me. Lungo la strada incontro Michele, un vecchio amico. E' da tanto che non chiacchieriamo più insieme, quando eravamo più giovani è stato lui a mettermi la prima sigaretta in bocca, ora eccoci qui a fare i salutisti…mi accompagna per otto chilometri, salutiamo i runners della Valle, loro corrono forte forte, ma vedendoci si fermano correndo al nostro passo. Scambiamo battute, capisco che è bello quello che succede intorno a me, correre la domenica al freddo, partire soli e tornare in gruppo, condividere la passione che ti scalda nel corpo, ma anche nel cuore… e nella mente inizia a tamburellarmi una canzone, che non riconosco subito, ma che non mi molla…

E' sera, sto per addormentarmi, chiudo gli occhi e penso alla mia giornata. L'allenamento mi ha stancato, non dormirò bene, però è stato bello, cominciato male, ma finito bene, bilancio positivo…e quella canzone che mi perseguita cos'è?...Venditti forse… Ma sì…Bomba non bomba arriveremo a Roma… malgrado voi…Guarda te che scherzi fa la mente a riposo mentre corri, crea collegamenti, trova soluzioni… basta saperla ascoltare…
Fin'ora avevo pensato che correre la maratona a Roma volesse dire passarci anche l'intero week-and lungo, e per questo bisognava chiudere il negozio.
Lunedì entro al lavoro e mi precipito al computer. Sito Trenitalia. Digito la stazione di partenza e quella di arrivo e… mi appare Obama "YES WE CAN!" Esiste un treno che mi porta là in meno di quattro ore!

Lo dico a mio marito: "Parto il sabato, mi raggiungi la domenica e se faccio presto andiamo anche a prenderci la benedizione in piazza S. Pietro!" - No, la benedizione no! - dice sorridendo, e capisco che approva. Sono felice. Controllo, c'è un mezzo anche per il ritorno.
Correrò a Roma.

Lo farò con mio marito nel cuore, e lui attraverserà mezza Italia per aspettarmi all'arrivo.
Non potrei rinunciare a tutto ciò per niente al mondo. Devo continuare ad allenarmi e a perdere peso. Voglio che sia fiero di me, anche se non me lo dirà mai a parole.

Sì Betta YOU CAN!

di Elisabetta Iurilli