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Quando circa due mesi fa, mi collegai al sito della traslaval su consiglio dell'amico di corsa giangaetano marani, rimasi stregato dalla bellezza delle tappe e dai percorsI descritti in maniera dettagliata e precisa dalle persone che organizzavano questa manifestazione. E cosi, con un po' di sana e giusta pazzia, decisi di iscrivermi a questa bellissima manifestazione sportiva.. Presi ferie, dopo aver stressato colleghi di lavoro a dismisura, e il giorno 29 giugno, carico di entusiasmo e con la giusta adrenalina, partii in direzione val di fassa, localita' pozza di fassa dove era ubicato il mio alberghetto a due stelle e dove partiva la prima tappa della mitica traslaval..

Arrivato all'albergo verso le sedici, lasciai zaino e bagagliin camera, andai al palatenda situato a 150 metri dall'hotel e presi pacco gara e pettorale. Alle cinque meno venti ero gia' schierato assieme agli altri 350 concorrenti sulla linea di partenza e alle cinque esatte il simpaticissimo, ancorche' bravo organizzatore della manifestazione Stefano Benatti  diedelo star ufficiale.. Raccontare in poche righe e parole, le emozioni, i sentieri meravigliosi e le strade di montagna che ho cavalcato spesso correndo e rare volte camminando (causa salite veramente ripide con pendenze estreme!) non sarebbero sufficienti a dare il giusto senso di una realta' meravigliosa e affascinante com'e' giusto che sia la mitica traslaval.. Paesini come pozza, moena, soraga, campitello e alba di canazei sono stato il teatro e la cornice di questa manifestazione che merita (compatibilmente con ferie e impegni di famiglia) di essere gareggiata (correndo o camminando) dove tra tutti i partecipanti c'e stata, oltre all'aspetto agonistico competitivo, una forma di rispetto e stima reciproca sfociata in una bellissima amicizia consolidata nel corso dei giorni di gara e manifestata da ogni concorrente durante le ore di svago e relax pomeridiane che la bellissima val di fassa, con le sue mille proposte giornaliere ha riempito le giornate di vacanze dei partecipanti alla traslaval. Ciao e a presto per il prossimo articolo.

Stefano Castellani