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Una maratona oltre ad essere una competizione atletica è un esercizio fisico prolungato nel tempo che supera le 2 ore e che può protrarsi anche per 6-8 ore che comporta una preparazione fisica e mentale. 

Affrontare/sostenere questo sforzo prolungato nel tempo comporta una preparazione totale dell’essere umano che comprende l’alimentazione, il corretto gesto atletico, una programmazione oculata degli allenamenti per un congruo periodo di tempo che può essere dai 2 ai 6 mesi a seconda della preparazione di base, delle caratteristiche, delle ambizioni dell’atleta. A pochi giorni dalla partenza della maratona, l’atleta non può far altro che fare il punto delle sue condizioni...

 

... in base ai test di allenamento e alle sue percezioni di benessere fisico/mentale.

L’atleta conoscendo il suo modo di affrontare questo tipo di competizione potrebbe essere già a conoscenza dei suoi errori durante la stessa competizione e potrebbe non far niente per evitarli avendo la presunzione che questa volta non cadrà negli stessi errori, un consiglio è pensare che questa è la volta buona per non fare errori, per esempio:

- non partire troppo veloce rispetto alle proprie potenzialità di prestazione ed evitare la solita crisi del dopo 30/35 km, in questo caso il suggerimento è di immaginare di percorrere una competizione di 37 km e 197 metri, considerando altri 5 iniziali di riscaldamento ad una andatura di una decina di secondi al km più lenti del ritmo gara in modo da evitare di correre i primi km ad una velocità troppo sostenuta rispetto al ritmo prefissato, perché il sentirsi freschi e l’adrenalina in circolo invitano a strafare. Si sa che la partenza ad una velocità superiore a quella prefissata brucia subito le riserve di zucchero e dopo di che diventa il grasso il carburante ma non è altrettanto redditizio.

- Un altro errore frequente è arrivare alla disidratazione, a causa della mancanza di sete durante la prima parte di gara e il non voler sforzarsi a bere per non perdere secondi ritenuti preziosi o per evitare di inciampare nei pressi dei tavolini del ristoro o nel non rischiare di perdere il gruppo di amici che hanno lo stesso ritmo di corsa. Un consiglio potrebbe essere nell’allearsi dall’inizio con un altro atleta che ha più o meno la stessa andatura di gara e decidere di alternarsi nel recuperare bevande ai ristori.

- Altro errore che in genere potrebbe incorrere il maratoneta è un ritmo non costante, perché può capitare che si viene superati e allora si cerca di seguire l’altro ad una velocità che anche se è leggermente superiore, alla lunga fa pagare le conseguenze.

- Altro errore è di partecipare alla competizione anche se non ci si sente preparati, e questo perché si e gia organizzato il viaggio, si sono presi degli impegni, ecc.. il rischio è di farsi del male, pertanto si fa sempre in tempo a rinunciare rimettendoci anche qualche soldo ma, in compenso, si preserva la propria salute nonché la propria forma fisica in modo da potersi preparare per una successiva competizione. Se non si è pronti si può anche valutare di optare per un test di distanza minore ma importante per una successiva maratona, tale distanza potrebbe essere tra i 21km 97 metri e i 25/35 km, in considerazione anche del fatto che ci sono poche gare di distanze intermedia tra mezza e maratona.

 

Per cercare di limitare le predette problematiche ricorrenti potrebbe essere utile allearsi con tutta la propria persona, considerando che un maratoneta non e solamente una somma di gambe e testa ma un complesso di organi integrati e complementari.

Quindi, prima di affrontare una tale impegnativa competizione, il consiglio è di provare ad immaginare le maggiori parti possibili che possano contribuire al meglio alla riuscita della prestazione, iniziando a visualizzare, ad esempio, il sangue che circola e affluisce ossigeno e sostanze nutritive e vitali a tutti i muscoli e organi, visualizzare il proprio cuore, organo/muscolo vitale, ed il resto degli organi e muscoli, e fare quasi un patto con essi, incoraggiarli a lavorare bene durante la competizione, si tratta soltanto di una visualizzazione, non costa niente, non fa male, potrebbe soltanto servire ad avere una maggiore consapevolezza di se stessi, ad avere a disposizione una nuova modalità di affrontare le cose, che si possa trattare di una competizione, o anche può essere utilizzato per affrontare una malattia, un problema esistenziale.

Altro suggerimento è il credere in quello che si fa, essere convinti di quello che si fa, e ancora più importante mostrare di essere convinti quando si parla con gli altri, èimportante trasmettere sicurezza di se stessi anche agli altri, perchè se, per scaramanzia o per abitudine o per pararsi in caso di fallimento, agli altri viene detto di non essere in forma, di non aver potuto fare il massimo nella preparazione, si rischia di far credere a se stessi di questo ed è più facile il fallimento.

Quindi, riepilogando, il suggerimento è di visualizzare, soprattutto ad inizio gara di partire con il freno a mano tirato e rilasciarlo un po per volta, cercare di avere la sensazione di correre con il freno a mano leggermente sollevato in modo da non bruciare eccessivamente benzina già dai primi km.

Inoltre, considerare di più le parti di tutto il proprio organismo e cercare di instaurare un dialogo con loro, trovare dei compromessi, fare dei patti, proporre degli scambi, per esempio alle proprie gambe e piedi si potrebbe provare a chiedere di fare uno sforzo estremo per quella giornata importante promettendo un meritato riposo o un massaggio successivamente.

Questi suggerimenti non costano niente, sono semplicemente delle proposte di piccoli cambiamenti che a qualcuno potrebbe essere utile, potrebbe fruttare una migliore prestazione o una qualsiasi altra decisione con una maggiore consapevolezza, al limite anche decidere di rinunciare alla competizione.
Potrebbe essere anche una semplice occasione per divertirsi con se stessi e si potrebbe estendere questa modalità anche ad altre occasioni in cui si affrontano situazioni difficili.

Certo andrebbero personalizzate per ottenere il massimo risultato possibile.

 

Dott. Matteo SIMONE
Psicologo – Psicoterapeuta
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