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In senso generale atto ed effetto - a lungo senza logorarsi o deteriorarsi!.


La mia "festa della resistenza" si è svolta tra l'entroterra e le alture di Genova. Mentre nel novese andava in scena: Attraverso i colli… gara vinta da Brignone su Gambetta e Ramorino; mentre poco distante si correva la: Tra boschi e vigneti, corsa dominata dalla Brancaleone AT con quattro atleti nei 12, due nei gradini più in alto del podio; mentre si era in attesa del Meglio del miglio, della marcia della Fratellanza e del bellissimo Trail di Finalborgo...

 

... alias Castel Gavone, di altre e sparute corse, in compagnia del magnifico Igor oggi con uno zainetto super personalizzato, lasciavamo impresse le nostre orme qua e la nei boschi del genovese.

Visto che perseverare è diabolico inteso come ripetitività dei percorsi d'allenamento, i nostri tutti rivolti a nord, puntiamo dritti verso Genova.

Siamo alla ricerca della nostra "resistenza" 6.40 si parte, albeggia Casella "non si accorge" di noi. Neanche i cani che solitamente inveiscono al nostro passaggio sembrano avere fatto "le ore piccole".

Guadiamo lo Scrivia immettendoci sul sentiero teatro del primo troncone della Rigantoca, così ci convinciamo che anche per quest'anno l'abbiamo corsa.

Ricerchiamo segni inequivocabili di "resistenza", la natura e in alcuni casi l'uomo sono da esempio. E allora subito il primo severissimo dislivello.

Dal rìa su fino in cima al primo monte. Salita e/o discesa a seconda della direzione secca! Abbiamo modo di scorgere i danni provocati dall'ingrato inverno.
La "scalinata" è ridotta male, alcuni "scorri mano"abbattuti, alberi "uccisi" dalla galaverna e alcuni letteralmente fulminati stecchiti.

In particolare il castano a metà dell'arrampicata, il più grande, quello cavo che ho sempre pensato potesse essere luogo di riparo in caso di pericolo!
Altri anno opposto "resistenza".

Proseguendo nel cammino il particolare curioso che ci stupisce maggiormente è il cambio di prospettiva. Correndo nel senso opposto della tradizionale Rigantoca tutto sembra diverso, in alcuni tratti riconosciamo la via solo voltandoci in senso opposto.

Altri segni di "resistenza" nelle case abbandonate in mezzo al bosco, le solette alcune in legno pericolanti ma tuttora presenti, i tetti inclinati con le tegole al loro posto, i telai delle finestre, la via in pietra sapientemente posate da mani antiche.

L'aria è frizzante, il sole tarda all'appuntamento dell'aperitivo. Incontriamo viandanti, pastori, coi loro greggi, cacciatori disarmati con i cani anch'essi evidentemente ad "allenarsi".

Poi all'ingresso dell'anello del Diamante (Pino Soprano - Campi), i Forti altri giganti di "resistenza" a tutto. Le famiglie che procedono verso le zone pic nic più o meno organizzate. Biker , tanti podisti, quelli dei chili di troppo, quelli che ci credono e altri che beatamente camminano. Più ci avviciniamo al Righi più il "traffico" aumenta, è l'ora di pranzo le famiglie pranzano al sacco i bambini scorrazzano felici, corrono sorridono, mettono a dura prova la "resistenza" dei genitori.

Ecco anche questo è un allenamento salutare per famiglie, che troppe volte scordiamo di allenare!

Vediamo Genova dall'alto mordendo i nostri panetti. La mia "cartolina" "fotografa" un aereo in fase d'atterraggio, il porto e la diga, il matitone, la Lanterna (altra "resistenza") il grattacielo, il tendone della pista di ghiaccio la struttura che sorregge il bigo. Si riparte dopo otto ore siamo nuovamente ad Avosso, la nostra festa della "resistenza" Procede per fatica e al tempo stesso in consapevolezza.

Andiamo a stanare altri cambi di pendenza repentini. Igor è un duraccio, una sfinge gli chiedo come va perché in realtà lo chiedo a me stesso. Camminiamo più che correre ma la festa della "resistenza" così deve essere, deve imprimersi, nelle nostre menti e saldarsi nei muscoli. La fame, la fatica, il freddo, la sete tanti piccoli particolari che in realtà scopriamo essere fondamentali. Riempiamo il nostro bagaglio (esperienza) che porteremo con noi a Limone.

Nove, dieci, undici…
… Undici ore cinquantasette minuti trenta secondi!
- Quanti? Rivolgendomi ad Igor -
- Segna 55 km -
la sua risposta.

Dopo il primo mattone, dopo il "macigno" abbiamo partecipato alla festa della "resistenza".
Conveniamo che un po' di "resistenza" l'abbiamo trovata!
Il resto si vedrà…

 

Di Gilberto Costa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

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