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Anno nuovo, vita nuova! Tradotto in linguaggio podistico: stagione nuova scarpe... 

Tutti, chi più chi meno col nuovo anno agonistico, sono in procinto o le hanno cambiate. Magari approfittando delle "offerte" dei saldi o, in barba alla crisi solamente perché è ora di farlo! Poi al momento di gettare via le vecchie, si apre il famoso "cassettino della memoria". - con quelle ho corso la mia prima maratona, quanti ricordi, non posso liberarmi di coloro che mi hanno fatto vivere un momento indimenticabile! Quest'altre beh, potrei usarle magari quando piove, oppure quando si corre per boschi, (fango, pietre, acqua) così "salvo" le nuove.-

Ma in realtà è solo la giustificazione per non voler "cancellare" un pezzetto del nostro cammino; una sorta di VADEMECUM virtuale. Le mie le tengo in giardino sul tetto di un gabbiotto di legno porta attrezzi chiamato affettuosamente tugurio. Anche perché in casa mia moglie…mi ha "diffidato"! -Hai un 46! Non hai mica delle scarpine; ne bastano un paio due, per far già un metro di scarpe tra i "piedi"!!! -Testuali e papali parole di mia moglie.-
Uscendo al mattino per recarmi a lavorare, rincasando alla sera da un allenamento o dopo una gara, le guardo sorridendo, poi abbassando gli occhi e rivolgendomi verso le nuove , come a dirgli… -

 

di Gilberto Costa Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Le scarpe vecchie: spunti di riflessione.....

Le scarpe… quanto sono importanti ! Nei paesi poveri c'è chi sarebbe disposto ad uccidere pur di avere un paio di scarpe, magari vecchie, sicuramente non firmate, magari bucate ma in ogni caso scarpe perché le scarpe ti danno la possibilità di camminare, di essere attivo, di vivere ! Quante scarpe abbiamo noi? Diverse paia! Concentriamoci sulle nostre scarpe, su quelle che usiamo di solito. Guardiamole con attenzione: la loro forma, la loro marca, il loro stato! Ora pensiamo alle nostre vecchie scarpe, da corsa, analizziamo con attenzione i diversi periodi che queste scarpe hanno caratterizzato, che situazioni ci richiamano, quali ricordi, quali sensazioni.

Ricostruiamo attraverso tutte le scarpe che abbiamo indossato nel tempo, il nostro cammino, da dove siamo partiti, dove siamo arrivati e dove stiamo andando. E' interessante notare come "la scarpa", con le sue caratteristiche, in molti casi racchiude ricordi, aspettative, atteggiamenti di persone e quant'altro!

Pensiero di Paolo… tratto da: "momenti di riflessione di vita"

 

Racconto: Le scarpe nuove...

Capita che guardandoti i piedi vedi che qualcosa non va. Dai la colpa ai geloni, all'alluce valgo, alle ultime decolté comprate in saldo e indossate solo una volta.

Vai a farti fare la pedicure ma non basta, anzi, a quello che dice l'estetista non credi proprio. Chiedi in giro per sapere come la gente affronta la cura dei piedi. Tutti ti danno consigli sui sali da mettere quando fai i pediluvi e magicamente casa tua si riempie di improbabili creme curative alle erbe tedesche ( che poi ti rendi conto che sono le stesse che usi per l'arrosto).

 

Poi ti sorprende il virus intestinale e corri dal medico stringendo l'impossibile. Ma non è del movimento che senti dentro che parli per prima cosa. Gli fai vedere i piedi massacrati e ascolti in viva voce quello che tu stessa hai capito da tempo ma non vuoi ammettere:"E' ora di cambiare le scarpe!"
Mannaggia, io alle mie WAVE RIDER rosa e grigie ci sono affezionata, come possono avermi tradito così? Ne devo scegliere un altro paio, preferire modelli sempre più nuovi, come se "nuovo" facesse rima con "migliore".

 

Io con queste MIZUNO ho corso la mia prima mezza a inizio stagione, poi non mi sono più fermata correndo sull'asfalto caldo nelle serali piemontesi che finiscono sempre in festa, nel territorio barbaro e selvaggio dove mi alleno o nel sentiero tortuoso di Torriglia, la mia gara preferita. Lì si guada anche un ruscello ed è incredibilmente bello trovarsi con i piedi caldi e affaticati nella freschezza dell'acqua limpida che ti entra nelle scarpe e ti dà sollievo.

 

Quante belle storie con le mie WAVE RIDER e che bello toglierle alla fine di una gara! Le levi con cura sciogliendo bene il nodo particolare che ti hanno insegnato a fare per spingere al massimo indietro il tallone, poi le prendi e le posi dolcemente a terra o nella borsa, riservando al calzino ben altro trattamento. Si ha sempre il massimo rispetto dei "compagni di avventura", di chi ti asseconda nelle tue imprese, di chi ti fa vivere intense emozioni. Però poi lo sguardo si posa sui piedi arrossati e un po' gonfi. La bolla prima della gara non c'era. Un'unghia è bordeaux, se è inverno non è un problema, ma se è estate capisci che se vuoi indossare un paio di sandali dovrai trovare uno smalto da dare sulle altre nove unghie coordinato al viola emaciato di quella sofferente. Guardi i piedi delle altre podiste e capisci che non sei sola. Sulle gambe c'è sempre una certa disparità, ma posando lo sguardo più in basso regna la democrazia più assoluta.

 

Ormai la decisione è presa, devo comprare scarpe nuove, non posso arrivare a consumarmi i piedi, devo farlo presto, senza aspettare che me le regalino per il compleanno, devo farlo in una giornata di sole, perché così avrò la possibilità di provarle correndo.

 

Entro in negozio. Mi fanno indossare tre paia diverse, ma ne avrei potuto provare anche cento che sarei uscita lo stesso con le mie nuove WAVE PRECISION. Sono belle esagerate: la trama ha fori grossi così l'aria d'estate entra meglio e rinfresca di più, l'ammortizzazione è giusta e poi sono incredibilmente morbide.

 

E' stato amore a prima vista, con loro correrò la mia prima maratona e poi ci saranno tutte le altre gare a Genova e in Piemonte, con l'agitazione alla partenza e la fatica all'arrivo. Loro saranno sempre ai miei piedi, chilometro dopo chilometro.

E le vecchie? So già che non riuscirò a buttarle via.
Come non ho buttato via le precedenti.

di Elisabetta Iurilli