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E' il 17 dicembre 2008, il sole fa capolino intorno le 16.20 fino alle 17 una luce tenue. Siamo alla fine dell'anno ma il piacere di una corsa in compagnia è irrinunciabile! o sono di "primo" il mio amIgor fa la "giornata". Quindi ci troviamo alle 17.10 è notte! Ma forti dell'esperienze di corsa vissute (Le Porte di Pietra su tutte, con partenza alle ore 04.00) il buio non ci può impensierire, anzi è un modo di ripercorrere certe sensazioni difficilmente cancellabili.

 

Fa freddo perché dopo le abbondanti nevicate e le piogge seguite, finalmente il cielo è terso.  La luna si presenta come uno spicchio di mandarino, è talmente luminosa che si percepisce l'intera pienezza. Una luce frontale, gillet fluorescente si parte, Casella si presta a diversissime variazioni di percorso. Si può costeggiare il fiume Scrivia, si può correre lungo le vie del paese in sicurezza, o si può raggiungere sentieri o boschi delle vicinissime frazioncine. Chi ha "assaggiato" e digerito il fuori strada difficilmente ne può fare a meno così…

…dopo esserci arrampicati per le viuzze di Casella: via fieschi, via de negri, stradina dietro al cimitero, Casettana tutte ripidissime, dopo una discesa tecnica arriviamo a Besolagno angolo villa di "Eleonor" almeno io la chiamo cosi.

Abbiamo una frontale ma basta, saliamo per il sentiero sopranominato piccolo Mortirolo tanto è duro! La luce frontale per chi non l'avesse mai provata, illumina una piccolissima fetta di sentiero, il resto lo "vediamo" nella nostra memoria, sappiamo all'incirca la direzione ma gli ostacoli che l'acqua ha "scoperto" scivolando a valle quelli no sono sorprese! Infatti questi sentieri sono saltuariamente percorsi da piccoli trattori di coloro che vanno a legna.

Abbastanza ben battuti, si nota anche la "mano" dell'uomo che qua e la ha lisciato la via gettando lo "setto" e qualche passerella di legna. Ma come la tradizione più classica vuole: "l'uomo può deviare l'acqua, ostruire il suo cammino, ma presto o tardi, se ha deciso di passare di lì, passasse pure un' eternità tornerà a farlo!"

Così scogli, radici conditi da pozze e pozzanghere, fango, foglie rami spezzati dalla galaverna ci ostacolano la corsa ma il tutto la rende un'avventura. Quando la luce è alle mie spalle, la stessa disegna la mia ombra in una sorta di "creatura" delle tenebre, ora grossa e goffa , ora lunga e sottile! Piedi congelati, acido lattico che prende il controllo dei polpacci ma il cuore pulsante come una locomotiva.

Normalmente di giorno in condizioni d'asciutto la salita dura tra i 25 e i 30 minuti. In questo caso siamo intorno ai quaranta. Quasi in cima la nebbia ci avvolge e ci accompagna, la luce viene quasi sopraffatta, ma flebile riesce a guidarci. Il nostro è un concerto di aggettivi quasi tutti superlativi!

Sulla costa abbiamo a nord Casella, ad ovest Savignone con il suo castello dei Fieschi illuminato a faro. A est Avosso e a sud lassù in alto si vede la luce del santuario della Madonna della guardia , in basso lontano l'inizio della Valpolcevera. Il cielo ora è limpido la luna disegna una delle tante bandiere di una nazione dei paesi arabi o asiatici. Dimenticavo siamo senza orologio, presupponiamo di essere intorno alle 19 ma…la voglia di continuare prevale!

Scherzando come magicamente avviene nei nostri giri dico: "se arrivo a casa e trovo il piatto "coperto" significa che ho fatto tardi ma…se arrivo che non trovo più manco più quello ho fatto tardissimo!" E ancora come recitava il mio compagno di merende "Mua": "siamo sempre andati…"

Corriamo senza timore di sorta, fango, neve acqua è tutto piacevole, entriamo nel bosco per arrivare a Orero. Si può scendere per strada o per sentieri, scegliamo senza neanche…il sentiero.

Arriviamo allo spogliatoio dove troviamo il grande vecchio sul tapis roulant, instancabile è lui la "dinamo" umana che alimenta le batterie della nostra luce!

 

Di Gilberto Costa

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