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Daniel Fontana

Per Daniel la gara della vita forse è stata un Ironman che ha vinto, ed allora, attraverso le risposte ad un questionario di psicologia e sport per il benessere e la performance, abbiamo l’opportunità di conoscere il punto di vista di un campione riguardo gli aspetti che incidono sul benessere e sulla performance.

 

Qual è stata la gara della tua vita, dove hai dato il meglio di te o dove hai sperimentato le emozioni più belle?Ho fatto tante gare bellissime, forse quando ho vinto il mio primo ironman è stato una delle più belle e sofferte.”

Qual è una tua esperienza che ti possa dare la sicurezza, la convinzione, che ce la puoi fare nello sport o nella vita? “La resilienza, il fatto di avere degli obiettivi chiari e un percorso per raggiungerli, poi la tenacia quotidiana con la convinzione che prima o poi ingranerà e farai un salto di qualità.”

Ho scritto un libro dal titolo “Sviluppare la resilienza” e quello che dice Daniel è vero, è importante avere la passione ed essere motivati nelle cose che si fanno, impegnarsi, essere determinati, un elevata autoefficacia, un buon lavoro di goal setting, stabilire mete sfidanti, difficili ma raggiungibili.

Quali sono le tue capacità, risorse, caratteristiche, qualità che hai dimostrato di possedere?La tenacia, e la resistenza oltre qualsiasi cosa. E l’affrontare le difficolta con energia positiva.

Quale alimentazione segui prima, durante e dopo una gara?Seguo i principi della dieta zona, una dieta mediterranea bilanciata. Italiana al 100%.

Quali sono le condizioni fisiche o ambientali che più spesso ti hanno indotto a non concludere la gara o a fare una prestazione non ottimale?Errori nella preparazione, mancato recupero degli allenamenti, overtraining o aspettative sbagliate.

C’è tanto dietro la vita di un atleta, tante decisioni da prendere, tanti allenamenti da fare, curare tutti gli aspetti fondamentali per preparare al meglio una competizione e pertanto è imortante un lavoro di goal setting per decidere e programmare bene ed attentamento l’obiettivo gara da raggiungere e prepararla nel miglior modo possibile, soprattutto quando si tratta di un atleta al top, di livello alto.

Cosa ti ha fatto mollare o cosa ti fa continuare a fare sport?L’entusiasmo di raggiungere nuovi obiettivi, el il corpo che a 40 anni mi da dei feedback ancora molto performanti.”

Anche se lo sport e gli allenamenti comportano fatica, il benessere che ne deriva può essere elevato ed altrettanto la motivazione interna che ti permette di continuare a fare bene nonostante il passare degli anni, ed allora ci sii impegna maggiormente per cercare di restare performanti e continuare a sperimentare sensazioni di riuscita, di performance elevata.

Chi ha contribuito al tuo benessere nello sport o alla tua performance?Tutti, la famiglia dai primi giorni, la squadra ogni giorno e un ambiente familiare sereno. È una condizione indispensabile per raggiungere il potenziale che abbiamo. La mia ragazza, il mio coach, i ragazzi del team, gli amici da quando ero bambino. Tutti fanno che io sia apposto con me stesso facendo quello che faccio.”

Da soli non si va da nessuna parte, il talento è importante ma è altrettanto importante inizialmente una guida, un cercatore di talenti e successivamnete uno staff che si occupi di te, che ti sostiene, sé iimportante il sostegno di famiglia ed amici, è importante la persuasione verbale da parte di gente esperta che ti dice che hai le qualità e le caratteristiche per far bene.

Quali i meccanismi psicologici ritieni ti abbiano aiutano nello sport al tuo benessere o alla tua performance?Il fatto di essere nato e cresciuto in un paese dove le difficoltà sono la normalità anche per i bambini, e la normalità del affrontare situazioni difficili, di crisi ogni giorno, e dove devono essere presi delle scelte.”

Infatti, a volte da piccoli si impara ad affrontare gradualmente piccoli problemi della vita, e si impara ad essere resilienti e poi c’è la voglia di riscattarsi, di far bene, ci si abitua alle difficoltà, è come se la fatica non esistesse.

Cosa pensano i tuoi famigliari ed amici della tua attività sportiva tesa al benessere o alla performance?Per loro è normale, faccio sport di resistenza da quando avevo 6 anni, non mi conoscono diversamente. Poi sono risucito a fare di questo una attivita economica, quindi lo vedono anche come un lavoro come qualunque altro.

Cosa hai scoperto del tuo carattere nel praticare attività fisica? “Che mi piace proprio e non posso farne ameno. Mi piace fare fatica insieme agli amici. Mi piace sentire che quando sono in forma posso andare quasi all’infinito.”

Come è cambiata la tua vita famigliare, lavorativa nell’aver intrapreso un’attività sportiva costante ed impegnativa? “La mia vita è sempre stata cosi, non so come sarebbe stata altrimenti.”

Quali sono o sono state le tue sensazioni pregara, in gara, post gara?Ogni gara è diversa, ma tutte le volte che ho fatto dei risultati straordinari, la serenità e la calma sono state le sensazioni comuni prima e durante.

Hai dovuto scegliere nella tua vita di prendere o lasciare uno sport a causa di una carriera scolastica o lavorativa?No, mi sono laureato in economia, mentre mi qualificavo per le olimpiadi.”

A seguito delle tue esperienze che consiglio ti andrebbe di dare a coloro che si trovano a dover fare scelte importanti nello sport?Dipende da che scelte devono fare, ma chiunque voglia fare una carriera nello sport deve essere consapevole che ci vogliono 10 anni per costruire un atleta olimpionico. Quindi pazienza.”

E’ vero la chiave del successo sono le 10.000 ore di allenamento e quindi con calma e pazienza, apprendendo dall’esperienza si può diventare campioni nella vita e nello sport.

C’è stato il rischio di incorrere nel doping nella tua carriera sportiva?È sempre una scelta. Io sono sempre stato molto ingenuo al riguardo, poi con gli anni ho capito che non tutto era pulito come sembrava. Poi bisogna scegliere da che lato stare.

Qual è un messaggio che vorresti dare per sconsigliare l’uso del doping e per fare uno sport teso al benessere o alla performance?Si può vincere senza doping, lavorando tantissimo, facendo fatiche immense e con un bel po di fortuna. Ma quella vittoria avrà un sapore unico che durerà in bocca tutta la vita.

Come hai superato eventuali crisi, sconfitte, infortuni?Alzandomi presto ogni giorno e facendo tutto il necessario per essere sulla strada di nuovo, a volte ci è voluto tanto tempo, a volte poco.

Ritieni utile la figura dello psicologo dello sport, se si per quali aspetti ed in quali fasi dell’attività sportiva?È utile per focalizzare le energie mentali nelle cose importanti senza disperderli. E metterli in campo al momento giusto. Ordinare i pensieri.

Quali sono i sogni che hai realizzato e quali quelli da realizzare?Ho realizzato sogni che non immaginavo neanche come andare alle olimpiadi, e altri sogni come avere dei figlii sono un progetto per il futuro.”

Ti va di descrivere un episodio curioso o divertente della tua attività sportiva?Da ragazzo era tutto molto più difficile. Per fare le prime gare internazionali, siccome non avevo soldi, sono andato negli States in un aereo di Cargo pieno di Cavalli, ed ero felicissimo.

Quale può essere un tuo messaggio rivolto ai ragazzi per avvicinarsi a questo sport fatto di fatica, impegno, sudore, sofferenze?Che è divertente, e vi cambierà la vita, che con un po’ d’impegno farete delle cose incredibili mai pensate prima.”

Matteo SIMONE

www.psicologiadellosport.net