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18^ Lupatotissima 22-23 Settembre 2012

Il 22 e 23 Settembre ad un osservatore non podista, la pista Nino Mozzo di San Giovanni Lupatoto sembrerà essere invasa da pazzi: uomini e donne più o meno giovani che corrono in canottiera e calzoncini senza arrestarsi, nemmeno di notte. Chi non ha mai provato l’ebbrezza di indossare un paio di scarpe da corsa e metterle in moto utilizzando la propria forza muscolare in accordo con cuore e polmoni, non può comprendere ciò che si cela dietro a quell’incedere...

... , a volte claudicante, incessante per 6 ore o per un numero maggiore utile a concludere 100km. Anche i maratoneti, corridori di una certa resistenza, fanno fatica ad accettare di girare su quell’anello arancione per tutto quel tempo.

Eppure lì crescono le emozioni. Queste diventano ali leggere, invisibili, che sorreggono i partecipanti a questa manifestazione nel loro sforzo; le gocce di sudore sono le lacrime dei sogni inseguiti, quei sogni che, a volte, tolgono il sonno e che fanno più male della realtà eppure non si dissolvono neanche all’alba.
Chi corre l’ultramaratona è consapevole che incontrerà sicuramente il dolore sulla sua strada, ma sa anche che, se l’allenamento è stato lungo e proficuo, la sua mente troverà sicuramente un pensiero per eliderlo. E’ una corsa contro se stessi, per combattere le proprie ansie, le proprie paure, per riuscire a realizzare tanta strada quanta la può contenere il cuore; è una corsa insieme agli altri, tra i concorrenti ci sono sorrisi e battute che non diminuiscono la concentrazione.
Chi sta fuori pista può faticare a capire, può impegnarsi a vedere, può restare ad ammirare l’andatura dei favoriti, ma anche di chi semplicemente ha voluto esserci perché in questo sogno non ha mai smesso di crederci.
Emanuela Pagan Addetta stampa GSD Mombocar