L'antidoping fa un passettino avanti - 1.0 out of 5 based on 1 vote

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tito tiberti

Sportivamente sono di buon umore, l'Inter mi ha dato una bella soddisfazione ieri sera. Ma il mondo del calcio non è il mio mondo e il buon umore viene da altro. Corro bene e continuo a divertirmi a correre e a provare sensazioni positive. Mi piace vivere il mio mondo – l'atletica – a tutto tondo e per questo mi lascio prendere emotivamente. Non scindo vita quotidiana e vita sportiva, adotto il medesimo orizzonte valoriale nei diversi ambiti in cui si districano le mie vicende esistenziali.

L'onestà, la legalità, la solidarietà, il rispetto reciproco e la meritocrazia mi sembrano punti di riferimento inderogabili per la mia attività e per il mondo sportivo. Il buon umore mi deriva da un evento che m'infonde un po' di fiducia nei meccanismi della giustizia sportiva.
Oggi è uscita la notizia della squalifica per 12 anni a Gaetano Civiello, di cui avevo parlato (ma ne avevamo parlato un po' tutti), per esemplificare alcuni concetti sull'applicazione dell'antidoping, come:
1) una squalifica per doping (o reati connessi al doping, come possesso e cessione di sostanze dopanti) per una disciplina sportiva è automaticamente estesa a tutte le discipline sportive;
2) un atleta che sotto squalifica gareggi ugualmente e acceda alle premiazioni (per esempio qualora gli organizzatori o i giudici non si accorgano del fatto che l'atleta Alce Veloce sia sottoposto a qualifica) commette un furto;
3) un atleta sottoposto a procedimento disciplinare/d'indagine per doping o per reati legati al doping dovrebbe essere sospeso dall'attività in via cautelare.

Civiello è stato indagato e ora giudicato (squalifica fino al 19 aprile 2022) dal tribunale di Trento nell'ambito dell'inchiesta “Panoramix”.
Civiello era sottoposto a sospensione a tempo indeterminato dalla federazione ciclistica UDACE eppure gareggiava in competizioni FIDAL, finchè – grazie alle pressioni “mediatiche” attraverso diversi siti specializzati in podismo – la violazione non fu così chiara da non essere più ignorabile (e di Civiello podista non si ebbero più notizie).
Civiello correva forte tra i podisti amatori ed ha raccolto molti premi, che personalmente considero rubati.

Altri, come il top runner Antonello Petrei, rientrato alle gare podistiche il mese scorso dopo aver scontato due anni di squalifica per doping (assunzione), intrapresero un percorso speculare e inverso. Antonello ha scontato l'intera squalifica da podista, ha pagato e ora legittimamente ha ripreso la sua attività. Al principio della squalifica tuttavia gareggiò per alcuni mesi nel ciclismo amatoriale raccogliendo diversi allori. E in questo fallò; la mia opinione è che – come minimo – i termini della squalifica avrebbero dovuto slittare, facendo decorrere i due anni dall'ultima apparizione in gara, anche se ciclistica. Ad ogni modo, spero si conservi memoria di questo caso ed auguro a Petrei d'ora in avanti un'onorevole carriera.
Di altri casi Barbi, “beccato” più volte e ora squalificato a vita, non si sente il bisogno!

Mi permetto di segnalare, perchè li ritengo utili a futura memoria, alcuni pezzi usciti su Podisti.net lo scorso anno.

L'importanza del rispetto di tutte le regole (di T. Tiberti)

 


La scorrettezza di gareggiare in una disciplina diversa da quella in cui si è stati squalificati e i riferimenti nella giurisprudenza sportiva (di T. Tiberti)

L'autodifesa di Civiello (di G. Civiello) in cui anche i commenti sono piuttosto interessanti

Infine, ma non meno importante, un pezzo i cui contenuti danno l'idea dell'importanza del fenomeno “doping” nel mondo amatoriale (figuriamoci in quelo professionistico...) e sulle possibilità “educative” di un serio progetto antidoping (di R. Annoscia)