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Dopo la fallimentare prova alla maratona di Brescia, sulla quale riponevo le mie speranze di avvicinamento al fatidico muro delle 3 ore e, terminata di fatto al 20km (conclusasi in gran sofferenza in 3.36) decido di riservare l'ultima cartuccia per la maratona del riso.

crema - fodipè

Siamo in cinque, Barcy e Grisù, all'esordio con la casacca Fò di pe, due amici, Marco ed Adriano ed io. Il viaggio d'andata è velocissimo, la lingua e la guida di Barcy la fanno da padrone e a noi non resta che assecondarlo. Ci confida di puntare ad infrangere il muro delle 4 ore (ma vorrebbe che non si sapesse) Grisù Marco ed Adriano si dichiarano poco allenati, ed un 3.30 sarebbe gradito, io, visto le pessime sensazioni degli ultimi giorni penso sarebbe saggio...

...partire con loro, però....

Alle 7.30 siamo al parcheggio, vicinissimo alla partenza, la giornata è limpida ma la temperatuta ancora pungente. Ci rechiamo all'interno di un bellissimo chiostro per il ritiro pettorali, poi, caffè, bisognini e bisognoni riscaldamento nel centro storico, e via alla partenza. Lo speaker annuncia che lo sparo verrà dato dall'iNdimenticato campione olimpico a Roma 1960 Livio Berruti (peccato non ci sia tempo, altrimenti gli avrei lanciato una sfida secca sui 200).

Ovviamente non potevo mancare in prima fila per le foto di rito (saranno le ultime ed uniche immagini in cui sorrido) Incredibilmente mi si affianca un nord africano (risultato poi vincitore) ed una ragazza data per favorita, ed in ultimo arriva perfino il campione italiano Bourifa, che però si piazza dalla parte opposta (sic) Finalmente si parte ed appena fuori città il paesaggio è caratterizzato dalle risaie, all'interno di una splendida cornice creata dalle alpi, con il massiccio del Rosa che domina sullo sfondo.

Parto al 4.20 e passo al 10km in 43.15, ma già al 15km comincia il declino 4.25, 4.30, 4.35, gambe legnose, respiro affannoso, tendini elastici come fil di ferro, caviglie doloranti. Le 3 ore sono ormai utopia, migliorare il 3.05 impensabile, concludere in salute una speranza. Al 19km sono completamente vuoto e comincia inesorabile il mio calvario (riesco perfino a rimpiangere Brescia dove lo iniziai al 20km) Impiego oltre 16 minuti per arrivare alla mezza dove avrei douto adottare una strategia. Nel frattempo vengo raggiunto e superato tra cordiali sfottò da Grisù, Marco e Adriano, che gentilmente manifesta solidarietà. La temperatura comincia a salire,il mio morale continua a scendere.

Passo in rassegna le alternative:1) Allenamento lungo-lentissimo (impraticabile) 2) Ritiro (bocciato) 3) Aspetto il Barcy e lo accompagno fino al traguardo entro le 4 ore (viste le condizioni psico-fisiche mi sembra un ottima soluzione).

Continuo alternando corsetta lentissima e camminata ad una media di 7' per km. Purtroppo però, improvvisamente, il dramma. Verso il 25km, mentre camminando rifletto sull'utilità del podismo, come un fulmine a ciel sereno vedo sopraggiungere a grandi falcate il Barcy, che era maledettamente in anticipo sulla tabella di marcia. Affiancandomi gli faccio presente che sta girando ad un media di 5.06 (fonte Garmin) con proiezione finale di 3.40 circa, un pò troppo ambizioso non credi? Nulla, trascinato dall'entusiasmo se ne va imperterrito gettandomi nello sconforto. Prosegue in solitudine e lentamente la mia personale Via Crucis, supportata dai continui e regolari sorpassi da parte di podisti di ogni categoria, e consolato solo dai cartelli che segnalano i km percorsi.

Mentre lo spettro delle 4 ore comincia a prendere corpo, verso il 30km qualcosa comincia a cambiare, prima il paesaggio, due tralicci dell'enel in mezzo ai campi interrompono il monopolio risaia-alpi ed al 32km circa scorgo in lontananza, davanti a me, il Barcy che, con una camminata stile "mosca cieca" lascia il percorso e gira l'angolo dietro una casa. Penso che debba vomitare, invece molto pudicamente, si era solo tolto la maglietta che indossava sotto la canotta. Lentissimissimamente lo raggiungo, mi sussurra flebilmente due sole parole: sono distrutto. Come per incanto ritrovo le forze, sento di avere la situazione in pugno e, comicio a dispensare pillole di saggezza tipo: tranquillo Barcy ce la facciamo, corri regolare e sciolto, non parlare, non pensare alla fatica non strappare, e, la peggio di tutte, stai vicino a me.

Così si arriva al 35km, dove purtroppo si rompe l'incantesimo, mi fermo per arraffare mezza banana ma, non riesco più a riprendere la corsa. Ciao Barcy e buona fortuna. Lo spettro delle 4 ore ormai ha una forma ben definita e non ho più strategie. Verso il 38 km vedo al lato della strada, Marco che impreca contro una ben nota entità religiosa, mi avvicino e chiedo come stà, i crampi l'hanno steso e fatica a riprendere. Penso di chiudere insieme a lui (tutto sommato potrebbe essere una buona giustificazione per aver oltrpassato le 4 ore) Riprendiamo corrichiando ed al cartello 39 km getto lo sguardo sul cronometro, che segna 3.43, una briciola di orgoglio mi dice che provare è un dovere. Marco condivide con me l'obbiettivo ma i crampi non gli consentono "l'accellerazione finale" Il 40km lo faccio in 4.50 il 41km idem, mi fermo a raccogliere le ultime forze all'inizio del 42, imbocco il lungo viale alberato che conduce all'arrivo, a circa 300m dal traguardo sento lo speaker annunciare l'arrivo del "pensionato" Fò di pe Barcella in 3.57. Non so se è felicità per il Barcy o  l'imminente  conclusione  ma  negli ultimi  metri  effettuo 3-4  sorpassi e chiudo in 3.58.  E SONO PURE CONTENTO

 

Crema